Enel e Iberdrola che si stanno posizionando da anni per trarre profitto dal passaggio a un’energia più pulita. Le due società sono state in grado di capire per prime che la fine dei combustibili fossili era inevitabile.
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I primi saranno…i primi!
La trasformazione delle due società in centrali energetiche green globali ha contribuito ad aumentare i loro profitti e i prezzi delle azioni. Generando allo stesso tempo contanti e dividendi, nonostante una pandemia globale. Negli ultimi due anni, i loro titoli hanno raccolto sempre più fiducia da parte degli investitori.
I trader sono passati dalle azioni petrolifere ad acquistare titoli di aziende che ritenevano avessero la base finanziaria e le competenze per guidare l’accelerazione della transizione energetica.
In questo momento, le Azioni Enel (ce ne sono in circolazione oltre 10 miliardi), sono in rialzo del 39% su dodici mesi. Le Azioni Iberdrola sono cresciute del 26% nell’ultimo anno.
Enel e Iberdrola hanno costruito il loro business di energia pulita in mercati chiave come gli Stati Uniti e l’America Latina. Ora, mirano ad avere una capacità rinnovabile complessiva di 215 gigawatt entro il 2030, sufficiente per alimentare circa 150 milioni di case europee.
La svolta
Già prima di entrare in Enel all’inizio del secolo, Francesco Starace spingeva le aziende legate al petrolio e al carbone a passare a turbine a gas meno inquinanti.
La svolta, per Enel, è stata la creazione di Enel Green Power (EGP) nel 2008, subito dopo aver lanciato l’acquisizione da 39 miliardi di euro della spagnola Endesa, un accordo che ha rafforzato la presenza del brand in America Latina. In quell’anno, le energie rinnovabili erano una partita completamente diversa: impianti più piccoli, meno competitivi, più costosi. Quando Starace è diventato amministratore delegato del gruppo Enel nel 2014, ha riacquistato immediatamente la parte di EGP quotata nel 2010, riportando internamente il motore di crescita.
L’amministratore delegato di Iberdrola, Ignacio Galan, ha abbandonato ancora prima il carbone e il petrolio, quando ha assunto la guida della più grande utility privata spagnola nel 2001.
Ha iniziato a chiudere le centrali elettriche a olio combustibile, disattivandole completamente nel 2012. E ha chiuso gli ultimi due impianti a carbone della società nel 2020.
Allo stesso tempo, Iberdrola ha incrementato la spesa dell’azienda per la costruzione di impianti rinnovabili, principalmente parchi eolici, in Spagna. Nel dettaglio, sono stati investiti 352 milioni di euro nel 2001 a oltre 1 miliardo di euro nel 2004.
Galan ha incontrato resistenze interne e normative e gli investitori dovevano ancora essere convinti. Una fonte di Iberdrola ha ricordato i dubbi di un gestore patrimoniale statunitense sui parchi eolici nel 2004, definendoli graziosi dardi bianchi bloccati su una collina. Ha cambiato idea quando ne ha visitato uno in Spagna nel 2007.
L’imminente futuro
Secondo gli esperti, nel 2035 Enel sarà ancora in testa nel mercato green, seguita da Iberdrola e NextEra.
Enel e Iberdrola hanno un altro vantaggio significativo che, secondo gli analisti, le major petrolifere faticheranno a eguagliare: le reti elettriche. Quasi la metà dei guadagni di Enel e Iberdrola proviene da milioni di chilometri di linee che trasportano l’elettricità nelle case in Europa, Stati Uniti e America Latina.
Le reti sono la spina dorsale della transizione energetica. Possederne significa flusso di cassa costante e minori rischi di investimento. La maggior parte delle reti sono monopoli con rendimenti regolamentati e garantiti e gli operatori le mettono in vendita raramente. Qualsiasi nuovo operatore nel settore non sarà in grado di accedere facilmente (o certamente non a buon mercato) alle ottime risorse legacy di Iberdrola ed Enel.
Le reti costruite per prendere flussi di energia unidirezionali da impianti a combustibili fossili ora necessitano di un massiccio giro di investimenti per accogliere la generazione di elettricità da fonti come i pannelli solari sul tetto che possono anche iniettare energia nella rete.
Gli operatori storici come Enel e Iberdrola sono i candidati più probabili per fornire capitali.
Gli investimenti
Goldman Sachs (NYSE: GS) ha affermato che, poiché i rendimenti sono tipicamente vincolati ai contratti, una maggiore spesa per le reti e le risorse di generazione di energia rinnovabile si tradurrà in maggiori profitti per le principali utility green. Secondo i calcoli della banca statunitense, raggiungere gli obiettivi internazionali di ridurre le emissioni di carbonio a zero netto entro il 2050 richiederà un aumento del 200% nella spesa per tali infrastrutture elettriche. Enel ha dichiarato che spenderà 150 miliardi di euro per contribuire a ridurre le emissioni di carbonio dell’80% entro il 2030. E per (quasi) triplicare la sua capacità di energia rinnovabile di proprietà a 120 GW, con le reti che assorbiranno quasi la metà dell’investimento complessivo.
Iberdrola, nel frattempo, ha destinato più di un terzo dei suoi piani di spesa alle reti, principalmente negli Stati Uniti, che diventeranno il suo più grande mercato per gli asset regolamentati.
L’azienda spagnola si è impegnata a spendere 150 miliardi di euro per triplicare la sua capacità rinnovabile e raddoppiare le sue risorse di rete entro il 2030.
Gli altri protagonisti di questo mercato arrivano dieci anni dopo e questa è un’indicazione molto importante per i trader che desiderano investire in azioni in questo settore.