Gli investitori prevedono di aumentare l’esposizione ai mercati emergenti piuttosto che in Europa quest’anno. L’attrazione del continente diminuisce a causa del rallentamento della crescita economica e dell’aumento del rischio politico. La politica europea sta pesando anche sul processo decisionale di chi vuole investire nel trading online.
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Un terzo degli investitori ha perso fiducia nell’Europa
L’Europa sta cadendo in disgrazia con i fondi sovrani e le banche centrali, con quasi un terzo di tali investitori che ha lasciato cadere l’ammontare dei fondi stanziati per l’Europa nel 2018 e un numero simile che pianifica ulteriori diminuzioni nel 2019, secondo il sondaggio. Alex Millar, capo dell’EMEA istituzionale presso Invesco sostiene che una grande fetta dell’Europa ha rendimenti obbligazionari negativi e le previsioni di crescita sono relativamente basse rispetto ai mercati emergenti, quindi da una prospettiva di investimento è meno attraente. Quando parliamo dei rischi, ci si focalizza molto sulla politica della zona euro e sulla Brexit.
La posizione accomodante della Banca centrale europea e di altre importanti banche centrali nel mantenere aperte le porte dello stimolo hanno spinto le obbligazioni europee di riferimento sempre più in profondità in territorio negativo, stimolando una nuova caccia al rendimento.
La situazione prima della Brexit
L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea sta influenzando le decisioni di asset allocation per il 64% degli investitori sovrani, il sondaggio ha rilevato, che la politica interna della zona euro, ritenuta più incerta con l’ascesa di movimenti populisti e nuovi capi destinati a subentrare alla BCE e alla Commissione Europea, stava offuscando le decisioni di investimento per il 46% degli investitori sovrani. Di conseguenza, solo il 13% degli Stati sovrani prevede di aumentare le allocazioni in Europa, contro il 40% per l’Asia e il 36% per i mercati emergenti. Nonostante le preoccupazioni sulle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, il sondaggio ha rilevato che l’attrattiva della Cina come destinazione degli investimenti nei prossimi tre anni è aumentata rispetto all’anno precedente.
I numeri degli anni passati
Il rapporto annuale, basato su interviste a 139 investitori sovrani e gestori di riserve presso le banche centrali con 20,3 trilioni di dollari di attività, ha superato le azioni che sono diventate la più grande classe di attivi nei portafogli, con una media del 33%. Questo è aumentato del 30% nel 2018.
Alla fine dell’anno scorso c’è stata una certa volatilità, quindi le allocazioni azionarie sono diminuite, ma c’era sicuramente la sensazione che mentre si muovevano più avanti nel ciclo economico stavano aumentando il reddito fisso o la natura difensiva della politica. Dopo un anno difficile a causa dei volatili mercati azionari, gli investitori hanno conseguito rendimenti del 4% nel 2018 rispetto al 9% del 2017, secondo il sondaggio.